viernes, 3 de julio de 2009

semiotica del gusto

I LUOGHI DELLA MESSA IN SCENA

architettura del buon gusto e immaginario in latinoamerica.

 

ROCCO MANGIERI     FELS-IASS  Universidad de Los Andes 

Escuela de Artes Visuales y Diseño

 

 

 

1. Sogni di esito

Nei paesi dell´America Latina ,e nel caso specifico del contesto architettonico e urbano del Venezuela , il fenomeno dell´architettura di buon gusto si produce continuamente all´interno delle tendenze stilistiche o dei movimenti leggittimati dalla critica  e dal discorso storico.Le cittá e i suoi sobborghi sono colme di questi oggetti semiotici , talvolta bizarri sorprendenti .Tutta una vasta produzione di spazi e di oggetti che potrebbe situarsi  nel territorio del kitsch senza per questo circonscriverli radicalmente in questa única etichetta culturale e, molto meno, caricarli aprioristicamente e semanticamente di connotazioni negative. Sono insiemi complessi di morfologie che fondamentalmente, e in vari gradi, tendono di sicuro  a produrre effetti piú che affetti, ben nel senso accennato da Broch, ben nel senso studiato anche da Eco in “Apocalittici e integrati”, negli anni sessanta.(1) Ma come vedremo, ed é questa una delle ipotesi soft di questo saggio, sono processi di comunicazione e di significazione che non escludono completamente effetti poetici ed estetici.

 

Sono ,senza dubbio, segni, messaggi,testi, che sembrano fare uso del superfluo, dell´inutile o del falso, dell´ormai giá detto (2) come  un contenuto essenziale di tutta una serie di strategie discorsive  che producono in maniera oscillante  simulacri di salvazione e di consolazione e, contemporanemente, un effetto di provocazione e leggittimazione di stili e morfologie al di fuori degli elenchi construiti dalla tendenza e la critica"ufficiale": le scuole di architettura e di disegno, i spazi della critica e la storiografía architettonica urbana.

 

Case, mobbili, spazi di arredamento, monumenti, oggetti, costruiti in diversi períodi e in diverse localitá del Venezuela(3) sono intravisti come corpus testuale la cui evidenza enunciativa si dovrá rendere obbiettiva nel senso di chiarire almeno alcune regole del gioco  semiótico.Dovró insomma rispondere a una prima domanda per rendere opaca una apparente naturalitá kitsch di questi oggetti: perché includerli nella classe degli oggetti di buon gusto e perché poi poter parlare di procedimenti retorici piú o meno omogenei?

Case e spazzi bizarri, fuori posto, morfologie che esibiscono grammatiche ex novo, oggetti di arredamento organizzati in maniere non usuali, insomma tutto un repertorio di forme e di figure che si contrappone implicitamente ai stili e le tendenze  leggittimate. In molte cittá venezuelane ( Caracas, Maracaibo, Barquisimeto, Mérida) nelle quali sono anche presenti le soluzioni formali del moderno o del postmoderno, queste chimere architetturali si danno a vedere e a capire come esempi del gusto e del buon gusto. Il termine kitsch o pop sono qui impiegati in un senso lato e connotativo con l´unica intenzione iniziale di fornire alcune categorie adatte per rendere omogeneo un campo di oggetti.

 

Prodotti devianti  nella loro singolaritá ma che, appunto, presi nell´insieme di un corpus di analisi rivelano certi caratteri sistematici, reiterazioni morfologiche e quindi, come vedremo ,la possibilitá di studiarli a livello dell´enunciazione come una retorica nel vero senso del termine. Rimarrá poi da riconfermare la cualitá e la densitá semiotica e poetica(forse) di queste retoriche visive e plastiche. Come ogni retorica, l´obbiettivo principale sarebbe la produzione di effetti di seduzione e manipolazione verso l´enunciatario Ma ,nel caso dell´architettura del buon gusto qui analizzata, dovremmo anche  considerare  questo processo come un iperprocesso : Sappiamo che ben poche morfologie possono sottrarsi dai procedimenti retorici. L´architettura kitsch sopratutto nella sua versione popolare, attraverso l´esibizione dell´impuro, della supersaturazione, della deformazione, la reiterazione, l´accumulazione , intensifica  questi processi  all´interno di una  macroisotopia tematica che chiameró sogni di esito.

No é evidentemente l´unico asse semantico che rende omogeneo questo campo discorsivo architettonico e oggettuale. Ci saranno altri per la semplice ragione che stiamo di fronte a un testo complesso e plurisotopico : é quindi altrettanto evidente che oltre a una retorica della seduzione e della manipolazione ci si trova allo stesso tempo una retorica come poetica che sfiora l´effetto dei procedimienti estetici. Sono proposte morfologiche che oscillano tra il kitsch e il pop, trasformazioni inedite delle forme che in certo senso ci invitano a modificare i nostri codici percettivi e stilistici.

 

 

 

2. Percorsi passionali e chimere architettoniche

Questo potrebbe condurci, all´interno di una prospettiva generativa(che non sará  in questa sede l´unica), a considerare inanzitutto questi testi come particolari effetti di senso passionali. E questo mi pare l´inizio per giungere ad una logica(semiótica) del testo kitsch-pop qui affrontato: vedere questi oggetti, queste chimere architettoniche latinoamericane, come la modalizzazione passionale di un voler essere ( “vorrei essere cosí,diverso,ecc”)e, allo stesso tempo, di un non poter essere ("non ce la faccio")e un non poter non essere( "non posso fare altro che...").

 

A livello lessicale esistono termini precisi per disegnare  l´ abbozzo di uno dei tragitti narrativi delle passioni del testo architettonico, ad esempio:

_______________________________________________________________________

speranza+pretensione.............resignazione+ostentazione........... resignazione radicale .........................desillusione..........................disperazione.

_______________________________________________________________________

 

In effetti, le morfologie del “buon gusto" in tutte le sue varianti e strategie retoriche fabbricano un percorso dove appunto la grande unitá temática "sogno di esito" si frantuma in algoritmi narrativi passionali che partono da una certa speranza per arrivare a una resignazione o, al límite, alla desillusione o la disperazione. Rimane, lo só, un enorme lavoro micrometrico a livello lessicale e semico per precisare ad esempio le "parole" piú giuste del dizionario e, allo stesso tempo, stabilire isomorficamente i tratti pertinenti dell´espressione a livello degli oggetti e le morfologie che isotopicamente concentrano i semi rispettivi. Questo lavoro non potró compierlo completamente in questo studio ma, unicamente, delineare una cartografía generale ed eterogenea con alcune zone definite. Si tratta quindi di proporre individuare anche codici e s-codici dell´architettura e dell´arredamento( nello stesso senso del "Trattato" di Eco)  e compiere poi il rilevamento di sistemi o strutture che non funzionano ancora come codici veri e propi.

 

Dopo di individuare ipoteticamente all´interno del percorso generativo  un territorio semiotico di valori strutturati e al contempo i tratti figurativi al livello della forte evidenza dell´enunciazione del discorso , si intravede la possibilitá  di proporre tutto l´intero percorso del senso come la metadescrizione di un intreccio passionale que si figurativizza intensamente( o si "testualizza") senza nutrirsi di una densa articolazione nei livelli intermedi.Finalmente si delinea un aproccio a partire della prospettiva di una teoria retorica del segno iconicoplastico.

Quindi la strategia generale di lettura proposta e multiple ed eterogenea. Sono cosciente del rischio ma tale sguardo eretico risponde in principio all´ipotesi metodologica di poter articolare in certi casi e in tre momenti succesivi, lo schema del percorso generativo ( la narrativitá dei processi) ,la nozione dell´enciclopedia semantica ( i codici e s-codici implicati) e i procedimenti retorici in gioco ( le forme,gli artifici dell´enunciazione).

 

 

3.Eccesso dell´enunciazione e esibizione dell´inganno

L´idea dell´eccesso e dell´esibizione é una delle ipotesi di partenza. Ma una ipotesi( o una abduzione nel senso di Eco) che spunta in questo spazio aperto della ricerca dovuto alla flagranza dei segni del "buon gusto". Il segno kitsch latinoamericano e sopratutto i testi studiati in questo saggio, si manifestano come una sorta di eccesso dell´enunciazione  e della figurativizzazione.Ma ovviamente non stiamo di fronte agli effetti simili della retorica del barocco o delle morfologie catastrofiche del "neobarocco":  le morfologie kitsch, del "bon gout", ci mettono di fronte a un tipo( o a tipi) di sintassi diverse nelle quali l´effetto di senso prodotto dall´ accumulazione e la reiterazione dei tratti e stilemi presuppone (e questo ci sembra importante) non tanto una estetica visiva e plastica nel senso di una assiologia del bello, del sublime,del "vero",  insomma una evidenza metalinguistica della costruzione canonica di valori estetici, ma sopratutto una sfacciata accettazione e esibizione del falso che cambia le regole del gioco e "scandalizza "la percezione del segno. Quindi l´ecceso enunciativo si compie secondo determinati processi e tattiche retoriche piú che altre: invece dell riduzione, della concentrazione, della elissi, ci troviamo di fronte alla iperbole, al oximoron, a metonimie "aberranti", alle iperaccentuazioni.

 

Gli esempi presi in questa sede hanno peraltro tratti che inducono a stabilire una differenza importante con il kitsch-pop prodotto in altre culture  (Europa, Nordamerica). Da un lato sono senza dubbio surrogati stilistici o  kitsch di kitsch ( si potrebbe dire persino "mal gusto del mal gusto") ma contemporaneamente si contraddistinguono per altri processi segnici e di testualizzazione molto diversi originati all´interno di determinazioni socioculturali diverse( una "cultura latinoamericana" una “forma di vita latinoamericana” ) che valorizzano l´oggetto diversamente arrivando a stabilire effetti pragmátici e retorici inaspettati. Questo vorrebbe significare che il kitsch si vive diversamente e che la gente che lo produce lo fa all´interno di processi diversi di significazione e di comunicazione.

 

4.L´assenza di ironía

Un tratto retorico notevole di questo "buon gusto" latinoamericano sarebbe l´assenza di ironia:  i segni-repliche, moltiplicati, deformati, si esibiscono senza che si possa mai dire che, ad esempio, esista un gioco ironico como tale ma piuttosto  la predominanza di una sorta di ingenuitá ostentatoria, una abbagliante credibilitá dell´esibizione dei segni "falsi" senza il peso di un effetto discorsivo che potremmo definire come l´espressione di una "cattiva coscienza" e, molto di meno, di operazioni cognitive di riflessione estetica. Non sembra esistere insomma  una cognizione dell´uso estético come tale. Come direbbe Bordieu(4) siamo di fronte anche qui a  procedimenti di una retorica ambigua che si muove tra resignazione e trionfalismo ma senza mettere in evidenza le marche di un pessimismo irónico o ludico.Differenza questa importante nel momento di paragonare, ad esempio, il "buon gusto" architettonico con la retórica del postmoderno, la cosidetta transvanguardia ecc.

 

Come ormai sappiamo attraverso i studi sulle figure retoriche  l´ironía fa uso ,nello spazio della relazione ,dell´effetto di contrarietá. Accostando in una medesima morfología stilemi di diversa procedenza il posmoderno della prima epoca gloriosa, produceva un effetto irónico: piú precisamente , sono certe operazioni  di rielaborazione sugli stilemi o di interi segni trasportati quello che produce l´effetto dell´ ironía; é quindi una determinata sintassi degli elementi, e previamente una determinata pertinenza dei tratti selezzionati, quello che vuole produrre l´effetto globale  sul lettore-osservatore.

I giochi ironici del  primo design postmoderno sono conosciuti : inserire citazioni o "pezzi" di architetture classiche,storicismi, revivals, all´interno di un testo contemporáneo e rendere esplícito questo processo di enunciazione. I cambi di materiale(pietra per ferro), di colore(colori piú saturi), di scala( relazioni di altezza diversa),ecc, erano tattiche di composizione-decomposizione per rendere plausibile, accettabile, una contrarietá.

Ma questo filone(  il piú "auténtico" del postmoderno attuale) che come diceva Eco rivisitava con ironía un passato impossibile da dimenticare (5), non  é omologabile all´architettura del "buon gusto".Almeno non del tutto.Rimarebbe un certo collegamento rispetto a una medesima produzione di effetti di senso fondati sul piano ludico, sul gioco compositivo, ma senza pervenire all´ironía.

 

5. Gli esotismi

Avanziamo un´altra ipotesi: Quasi tutta questa produzione architettonica che come abbiamo indicato si evolve sopra un intreccio passionale di celebrazione/resignazione fa risorso a una particolare construzione dell´Altro, un territorio immaginario di tutto quello que sta "al di fuori", quindi diremo, "non raggiungibbile" o "difficilmente raggiungibile". E un insieme di rappresentazioni che chiameremo l´esotico: un campo "lessicale" e semantico con una corrispondente manifestazione ( il "testo" architettonico e urbanistico)e  al contempo  una amplia "zona"  enciclopédica in cui muoversi.

Questa grande unitá temática di lettura del corpus testuale sembra capace di sostenere il groviglio di isotopie che ci si offre nei molteplici esempi e quindi di articolare in strutture minimali il piano del contenuto, ad esempio nell´opposizione

 

                                 esotismo interno     vs       esotismo esterno.

 

In effetti, si tratta di testi architettonici, oggetti e morfologie, che nella sua esibizione-esuberanza fanno uso di repertori stilistici e morfologici appartenenti a  grandi zone ipercodificate della cultura architettonica che possiamo tradurre come enciclopedia del coloniale-folk , enciclopedia del classico, enciclopedia del moderno, enciclopedia del vernacolare. Il repertorio di elementi del mondo naturale esibiti come ostensioni e segni di un esotismo interno sono molto numerosi sopratutto ( come accenniamo piú avanti) rispetto a alcuni campi morfológici e semantici come nel caso del colonial e altri insiemi stilistici bizarri

 

A questa prima tassonomía occorre  senza dubbio aggiungere la modalitá di ricezione e ritrasmissione dei messaggi in chiave aberrante e fare attenzione sul fatto( qui primordiale) che la ritrascrizione abberrante del testo deve considerarsi come "ingenua" , naif o, al massimo come ludica e sprovvista di effetti ironici.

 

All´interno di quello che chiameró classico di buon gusto possiamo rilevare, ad esempio,  un elenco di soluzioni retoriche che in alcuni casi si sovrappongono in un medesimo testo.Possiamo anche indirizzarli con il prefisso "neo" ma intendendo questo prefisso come una marca che ci riferisce ad un processo aberrante. Sottolineando que il termine aberrante non possiede nessuna valorazione assiologica ma unicamente morfologica e stilistica(6):

Bizantino

Romano

"Classico"

Luis XV

Orientale

Cinese

Egizziano

Colonial

Greco

Rustico

Moderno

Californiano

Gotico

Medioevale

......................

......................

Non é difficile includere nel gruppo degli esotismi interni  al Rustico, al  Neoprecolombino e nel  gruppo degli esotismi esterni al Californiano, al Moderno o al Classico, al Cinese.

Queste sono anche le stesse denominazioni con cui la gente riconosce oggi in questi paesi le morfologíe e rappresentano ,senza dubbio, un campo di ricerca interessantissimo a livello lessicográfico  per stabilire una mappa di relazioni sociosemiotiche fra modi di percezione e segmentazione delle morfologie attraverso la lingua o i dialetti latinoamericani. A questo ambito di ricerca si dovrebbe aggiungere il problema del riconoscimento di primo livello o funzionale. Cosi sembrerebbe( ma questo non credo sia molto lontano dalla realtá europea o di altri luoghi) che malgrado lo sviluppo dell´informazione su una sorta di enciclopedia globale dell´architettura, la gente  continua a "leggere" l´architettura a partire del riconoscimento del livello delle tipologie funzionali ( quindi a livello della denotazione) e "dopo" ,tramite una certa  competenza, passa al livello del riconoscimento stilistico(connotazione). Forse solamente l´architetto, il professore di storia o di estetica "saltano" immediatamente al livello dello stile. La prima domanda sarebbe quindi ¿cosa si fa lá dentro? invece di ¿in che stile e stata costruita questa casa?.(7)

 

Ma se consideriamo il problema dalla prospettiva di una semiotica testuale vediamo come  questo tipo di architettura e di arredamento costruisce anche al suo interno un lettore modello che dovrebbe saltare immediatamente al livello di riconoscimento dello stile.

 

 

Le funzioni primarie sono coperte, “mascherate" ingenuamente con i strati di segni ipercodificati dello stile e selezionati dopo sotto la forma di un repertorio esplícito . Qui allora la differenza con rispetto a procedimenti di citazione di altri tipi di testi architettonici urbani: il "vero" moderno ( ad esempio nelle opere di Villanueva)(8)si costituisce attraverso un processo di  citazione di altri stilemi o interi organismi spaziali( come il patio o la colonna coloniale) ma attraverso una retórica di inclusione nella nuova morfología che li "annulla" e li supera nella nuova soluzione spaziale.Quindi non esistono espliciti procedimenti retorici di iperbole o reiterazione delle singole citazioni come nell´architettura del "bon gout". E un diverso saper fare che possiamo comprenderlo piuttosto come l´unione di un voler saper fare con un saper di non poter fare.

 

6.Le tattiche del coloniale

Alcune delle categoríe indicate (ma non tutte)si potrebbero riarticolare in altre coppie minimali come nel caso del colonial: 

 

Colonial rustico  vs  Colonial "classico" e     Colonial interno  vs   Colonial esterno

 

Il caso del Colonial merita nel Venezuela uno studio completo perché constituisce un vero e propio codice con regole precise di diffusione in tutti i gruppi e classi sociali. Il Colonial rappresenta ,attraverso un insieme di morfologíe ,un sicuro campo d´identitá nazionale e di "consolazione" patriótica manifestándosi intensamente nelle soluzioni architettoniche della classe media e della borghesia in tutti i períodi storici del paese e, fondamentalmente a partire del secolo XIX.

 

E interessante notare come il codice dell´architettura coloniale dei secoli XVII e XVIII viene tradotto e tradito oggi nelle ville e villette dei sobborghi e della campagna latinoamericana .O anche come molti stilemi sono selezionati e integrati al testo urbano:  la colonna,la finestra, il patio ( cortile rettangolare o cuadrato) e il chaguaramo (una palma tropicale frondosa e molto alta con il tronco robusto e grigio),la tegola e il tetto inclinato, sembrano essere gli elementi piú tradotti e inseriti nelle case e altri spazi della piccola borghesia. Ma anche poi quasi tutto il repertorio di oggetti del "mondo coloniale" : cassoni di legno, statue di santi, botti di argilla,altari e crocifissi, sedie, pilones ( tronchi vuoti per macinare il granoturco), hamacas, strumenti "tipici" musicali, corna e pelli di animali.

Attraverso questo conspicuos waste ,coordinato da un waste of time (.9) ,la messa in scena architettonica si vale di oggetti-testimoni di un "passato di nobiltá" che dovrebbe creare l´effetto interno di evasione dalla stratificazione del sociale e al contempo esternamente rendere l´idea di mobilitá sociale e di ascesa.

Le tattiche del coloniale mettono anche in evidenza un "vecchio modello" topológico di "ascesa e caduta delle classi" nel quale la direzione verticale é la unica marcata semanticamente con valori di positivitá(verso l´alto) e valori di negativitá(verso il basso).

 

Modello elementare, forse banale, ma esistente e operante nell´immaginario sociosemiotico latinoamericano all´interno del cuale oggi si continua a leggere come "marginale", "povero", "degradante",ecc, tutte quelle morfologie che tendono o rimangono nel "basso" anche se poi, come nel caso della cittá di Caracas, sono i ranchos( le bidonville arrampicate sulle montagne) quelli que si costruiscono nelle zone piú alte e, molte volte, meno compromesse dal punto di vista dell´inquinamento.

Quindi, la possesione, produzione e messa in scena del coloniale é contemporanemante un segno della possibilitá di ascesa e anche un effetto di senso che punta sul processo di identificazione sociosemiótica a livello delle isotopíe del mondo patriotico, il nazionalismo, il vernacolare, l´autentico e il nostrano.

 

7.Barocco coloniale e immaginario folk

A livello stilistico é quindi il discorso su una versione del  barocco coloniale quello che sanziona i tratti di nobiltá, patriotismo, sinceritá,semplicitá della vita,ecc .In questi casi ci troviamo di fronte a oggetti le cui isotopie( semantiche e morfológiche) hanno una funzione primordiale di leggittimazione di un sapere ( un certo saper fare e saper essere) e piú precisamente  un saper fare come la riproduzione stereotipata di un effetto di senso globale del testo.

Quindi, piú che altri tipi testuali, l´architettura kitsch, o del "bon gout" qui analizzata, presuppone avidamente un lettore modello molto confabulato  e, contemporaneamente (seguendo alcune nozioni del modello della teoría della cultura di Lotman) si costituisce apertamente come campo morfologico di  autocoscienza o autodefinizione.Direi anche che questa autocoscienza del testo culturale kitsch é, nel caso del coloniale, una prospettiva di valutazione quasi tutta impostata dall´interno verso l´esterno.

Si sancisce, attraverso gli stereotipi morfologici (scelti nella riscostruzione del testo spaziale, architettonico) un cuadro ristretto di valori di scelta,quindi una assiología; si potrebbe anche parlare di una estetica di massa che funziona essenzialmente(anche se non sempre) per ipercodici e stilizzazioni molto programmate. Questa prospettiva di valutazione ci rimanda sempre a determinati campi semantici come quelli sopraindicati (il nostrano, la nazione, l´identitá e la differenza, ecc ) Si trova persino un punto testuale o una zona di intersezione semantica con altri segni e porzioni testuali ipercodicate appartenenti al mondo rurale-agrícola.

Tutto questo ci permette di parlare anche di un altro ampio immaginario sociosemiotico che convive con il kitsch architettonico e dell´arredamento venezuelano: il mondo del immaginario rurale, un mondo (ricostruito di oggetti, attanti, propietá) ricodificato e tradotto, messo in scena molto probabilmente agganciandosi a valori "vissuti" appartenenti al codice del mondo coloniale: la semplicitá ,l´onestá, una certa "trasparenza" delle relazioni sociali, la purezza, la vita sana,ecc.

E sintomatico, ad esempio, che la residenza ufficiale dei presidenti della republica del Venezuela, sia un intreccio di diversi colonial.Sebbene non si rinuncia a una modernitá connotata da dispositivi spaziali e oggetti di arredamento o tecnologici( aria accondizionata, parking, antenna parabolica,ecc) l´involucro architettonico globale é un  “elegante” neocolonial latinoamericano  dotato di  patios, colonnati, vegetazione "coloniale" , oggetti e cuadri dove il tema pittorico raffigura il mondo rurale. Questo condizione estratestuale si espande anche in quasi tutti i strati socioculturali con l´unica eccezione delle classi piú povere e marginali.

 

 

8.Traduzioni e tradimenti

E poi molto interessante rilevare in che modi é tradotto,versionato,necessariamente "tradito" insomma questo repertorio e questa grammatica del Coloniale .Ma anzitutto accorgersi ( previamente impostati come estraterrestri semiotici all´interno del discorso) della composizione strategica del lettore modello,  dell´intreccio stilistico globale creato dal testo stesso. Siccome non si tratta di un testo fatto a misura dello specialista ,o da una prospettiva di valutazione dotata di una  grossa enciclopedia , l´architettura del "buon gusto" si rivolge a un lettore "integrato", che si muove all´interno di una enciclopedia standard e che, come abbiamo giá accennato nell´approccio passionale, deve trarre un certo "piacere estetico" dall´esecuzione del suo percorso consolatorio: le sue sorprese sono pre-vedute dal testo ma gli si deve far credere che si trova di fronte a una soluzione inaspettata, nuova o imprevista. Per altro, la percezione di questa imprevisione tramite gli "effetti", deve regolarsi con un campo virtuale di competenza: L´osservatore, l´invitato a pranzo, l´ospite, non devono essere inghiottiti letteralmente dal messaggio o congelarsi in uno spasmo di meraviglie senonché avere , nel fondo,la sensazione di una ampio campo di manovra interpretativa o cognitiva in tal modo da poter dirsi internamente: ...bello, carino, veramemente spettacolare, ma anche io lo potrei fare(avere).

 

Analizzando certi percorsi programmati da molte case unifamiliari con una insistente retorica della ripetizione e dall´ iperbole ', messe in scena con una notevole carica di isotopíe plastiche e semantiche riferibili ai mondi possibili del rurale e della nobiltá coloniale, ci si trova senza dubbio la costruzione di un lettore modello che a livello del piano dell´espressione e morfologico non dovrebbe trovare spazi in bianco per attivare una enciclopedia locale ; insomma un lettore "pigro" che si confabula con l´esuberanza iberbólica del testo . Le case e ambienti scelti in questa sede si manifestano regolarmente come la reiterazione di pochissimi elementi o stilemi, in traduzione aberrante, come ad esempio (un caso límite ) l´uso di un solo stilema eclettico riconosciuto dal dizionario come "balaustro" per configurare( a varie scale )praticamente tutte le superfici visibbili ,e servire anche come un motivo tridimensionale per l´arredamento interno. Questo sarebbe l´esempio del un caso limite di un testo  costruito appositamente con un solo elemento e che ,attraverso una retorica plastica-visiva iberbólica ,sollecita un lettore modello confabulato "paranoicamente" con la sua grammatica e la sua sintassi.

 

9.Lettori modello e effetti del testo: la trasfigurazione degli affetti in effetti.

E chiaro que la sola reiterazione o l´iperbole non possono caratterizzare il testo architettonico o dell´arredamento di "bon gout".Sarebbero tratti  a livello dell´espressione che non garantizzano la produzione degli effetti globali del testo. Molti altri prodotti semiotici o testi culturali( grafici, musicali,tattili) fanno uso di questi procedimienti retorici senza porsi come effetto di senso globale il trionfalismo, la resignazione, il "desiderio di avere tutto o quasi tutto".

 

Dobbiamo sempre ritornare, come semiotici-esploratori, al problema centrale dell´effetto . Effetto di ricezione-percezione sempre "consolatorio" ma que si muove all´interno di una gradazione di possibili tattiche .Quindi se la produzione dell´effetto globale é ,senza dubbio ,un effetto della consolazione-resignazione come grande "movimento" pragmatico o strategia del testo di "buon gusto", bisogna accorgersene anche della periferia  di tattiche o mosse particolari. Al lettore modello di questi  testi si richiede certamente un accoppiamento strategico: “questo é carino”, "spettacolare", "inaspettato", "molto grazioso", ma “ io posso ripeterlo in alcún modo ,e senza molta fatica  saró un aggiornato patriota”o un amante aggiornato di questi simboli dell´identitá,ecc. Allo stesso tempo,  questo "affetto" ipercodificato in effetto, si muove attraverso tattiche diverse che possiamo identificare come retoriche particolari anch´esse inscrivibili in un cuadro(10).

 

Cosí ci troviamo di fronte a altri esempi dove non si fa uso dell´iberbole o dell´alliterazione ma bensí di altri procedimenti come l´enfasi, "gigantismi", archi-ostensioni o super-estilizzazioni: i casi, anche elencanti in questo studio preliminare, dove per esempio, si articola sintagmáticamente una minuziosa riproduzione "economica" di un chalet svizzero con una statua gigante in cemento armato di un eroico indios americano( con alcuni tratti sioux); o anche le intense operazioni di rebords compiute negli arredamenti casalinghi in sedie, finestrini finestrelle, lampade, statuette, bagni, cornici. Operazioni di simmetria assiale dove ,in maniera inaspettatamente consolatoria, due super-putti di cerámica in scala "naturale" e rami di fiori in plastica fronteggiano una facciata in stile neocaliforniano.In questo caso , come in tanti altri analizzati, ci troviamo di fronte all´ostensione di un solo macro-segno senza altre manipolazioni retoriche e con la unica "menzogna " della sostituzione del materiale "originale"( cemento armato per legno, plastica per marmo, ecc).

 

Quindi, come anche prima abbiamo accennato, le figure( o i tropi) della retórica non possono definire da soli il discorso del "bon gout", cosí come neanche la localizazione di combinazioni o intrecci retorici particolari.Se vediamo poi  il campo di questi oggetti quimerici con piú precisione ci accorgeremo che la sua definizione( o almeno una delle piú sicure) dovrebbe partire semmai da una sorta di percorso narrativo passionale con alcuni necessari ricongiungimenti metodologici ad un campo metalinguistico (o metasemiótico) : Quella unitá culturale che i semiotici ( sociologi, storici,studiosi della cultura,ecc) definiscono come segno-kitsch.

Sembra semplice e forse banale ,ma mi pare importante ricordare che l´analisi di fenomeni di significazione-comunicazione come gli oggetti del "buon gusto" o altri, devono giocare alternativamente sulla definizione( e quindi in un campo di ipotesi e abduzioni) a livello di un percorso base del senso e anche su una enciclopedia dell´uso-produzione di questo senso. Solo in questa maniera avremo un certo sistema di rappresentazione che ci consente almeno di inserire ,insieme al problema de la costituzione narrativa del senso( in questo caso la definizione della "passione" kitsch) anche il problema della mobilitá delle interpretazioni e degli usi que verrebbero registrati in una sorta di enciclopedia locale del "buon gusto".(11)

 

10.Enciclopedie locali del buon gusto

Per "fabbricare" o disegnare queste enciclopedie locali del gusto, contemporáneamente al disegno di un  percorso del senso kitsch, bisogna lavorare ( e a volte molto intensamente) su un insieme di altri materiali e testi( o almeno quello que possiamo e dobbiamo denominare come testi o "materiale" semiotico o pre-semiótico): letteratura, altre architetture dove si inseriscono effetti kitsch, testi plastici, films, giornali , fotografíe, riviste di moda e arredamento, testi di estética o crítica.

 

In questa maniera la stabilitá dei programmi narrativi e delle strutture assiologiche o di valutazione si devono necessariamente mettere a prova e ridimensionarsi con il movimento e la dinámica delle enciclopedie locali.

Quindi l´insieme testuale denominato "architettura del buon gusto" , identificata con le procedure retoriche del kitsch ( come "lessema" e anche come "unitá culturale") cambia nel tempo, nella trama sincronico-diacronica dei linguaggi. Questo spiegherebbe la nostra necessaria attenzione (qui solo abbozzata) tanto su i residui semiotici che producono una sociología e una antropología degli oggetti  come, d´altra parte, sulla configurazione metodológica di strutture  "stabili"( come appunto i "cuadrati semiotici", i modelli della narrativitá o i cuadri articolabbili della retórica visiva e plastica) .

 

 

 

 

11. Alcuni valori del "buon gusto"

Se ci muoviamo nella zona base del percorso(il  livello semionarrativo dell semiotica greimasiana) possiamo ad esempio configurare una struttura di valori piú generale dove situare molti fenómeni di "buon gusto" architettonico(12)

 

                      Valorizzazione pratica                             Valorizzazione utopica

                             ( uso)                                                        (esistenza)

 

 

                      

 

                 Valorizzazione critica                                           Valorizzazione ludica

                            (beneficio)                                                     (ozio,gratuitá)

 

 

 

Secondo questo schema(proposto da J.M.Floch per studiare testi visivi pubblicitari) possiamo provare a inscrivere certi percorsi iniziali assiologici del "bon gout":  dalla valorizzazione ludica (la gratuitá) si passa anche alla valorizzazione pratica (l´uso) ma anche possiamo dire che esiste il movimento dal ludico all´utopico se intendiamo per utopia quell´insieme di rappresentazioni che abbiamo chiamiato all´inizio "sogni di esito".Una "povera utopia" senz´altro ma che funziona certamente( e per altro rilevabile attraverso anche altri testi della cultura) come un sistema di rappresentazione sociosemiótica dei gruppi o delle classi . I dispositivi visivi e plastici del kitsch e del pop architettonico disposti in questo analisi ,possiedono quasi sempre anche un supporto valorativo degli usi che appunto devono permettere ; tutti questi esotismi della forma non sono soltanto la manifestazione di una gratuitá,di un eccesso radicale, di una

esuberanza completamente  oziosa come ad esempio nei casi piú notevoli del barocco. Qui invece,l´eccesso e sempre controllato dall´universo del pratico.

Permettendomi un paragone, queste architetture sono a volte molto simili a diminute Xanadú ( ricordiamo il film "Citizen Kane" di Welles), ricordi un pó palliducci di quell´immaggine travolgente di un enorme e caotico spazio eclettico dove si accumulavano(in forma simile a una wunderkammern) gli oggetti esotici piú dissimili senza badare a nessuna forma particolare di collezzionismo.

 

 

12. Programmi narrativi: dall´architettura della desillusione all´architettura della disperazione.

D´altra parte, sommersi nel problema della passionalitá del testo, e configurando il nostro oggetto come un intero corpus "disperso" sul territorio ma identificabbile attraverso una unica retorica globale degli effetti, possiamo organizzare tutte le occorrenze aggruppandole inizialmente secondo una sequenza canonica (provvisionale) riconoscendo di seguito tipi passionali del buon gusto : forse non é lecito parlare di architetture della desillusione o di architetture della disperazione? cuanta architettura kitsch non si potrebbe vedere come il sogno di una pseudoutopia o di una utopia povera,  di esotismi "trionfalmente" falliti ?

 

L´unicitá proposta teoricamente di un corpus testuale del buon gusto architettonico permette di configurare un gran racconto disposto "didatticamente" secondo  i stati passionali assegnati alle morfologíe.

 

In effetti, interi gruppi di case analizzate possono inserirsi all´interno del algoritmo della "speranza", della "desillusione", finalmente della "disperazione". Ma anche una única morfología si puó leggere come l´incatenarsi di stati passionali: dalla configurazione iniziale di esuberanti spazi di ingressi densi di specchi e statuette, di riproduzioni Louis XV e oggetti coloniali,transitando narrativamente verso il dormitorio denso di drapperie, ci si fa passare attraverso i momenti di una narrazione che si potrebbe benissimo "etichettare" una a una, con la denominazione degli stati passionali proposti all´inizio di questo saggio.

Esiste dunque nei casi studiati un itinerario, un programma narrativo generalmente assegnato dalla disposizione dell´arredamento e ,finalmente ,guidato dalle stese indicazioni dei padroni di casa.Nel trascorso di questi programmi, e nel caso dei diversi colonial analizzati, si rende evidente non tanto una linearitá o direzionamento gerarchico( come ad esempio,e salvando le distanze, nella struttura di una casa di Le Corbusier o in un impianto barocco come Versailles) ma un effetto di diffusione dei percorsi.

Una sorta di "labirinti" nei quali la differenza,ad esempio tra spazi di servizio e spazi serviti o spazi principali e secondari si dissolve in un arredamento  generalmente molto saturo e variato. Cosí il bagno ,che nel programma narrativo canonico dell´architettura occidentale odierna( o nel codice distributivo funzionale piú esteso) dovrebbe essere la tappa narrativa final di un percorso non di base ma secondario o espansivo, si trasforma in queste architetture in un vero programma principale.Persino l´obbiettivo di congiungersi con il bagno intimo della coppia(che ospita un invitato) é molte volte socialmente programmato come tappa necessaria e come una vera "mise en scene": infatti a tutto il dispositivo "sanitario" si aggiungono elementi e stilemi, gadgets, lampade, cuadri, non tanto per stabilire una continuitá di "stile" ma per produrre un  vero"colpo di scena".Lo si é detto ripetutamente: conta principalmente gli efetti che promuovono la adhesione del destinatario e, come abbiamo visto, un tipo particolare di adhesione al testo.

 

In molti altri casi (e sopratutto nelle famiglie di classe media alta e di certi gruppi borghesi), questo itinerario conclude nella stanza da letto con "sorpresivi" effetti visivi. Dobbiamo fare molta fatica per assegnare a questi spazi connotazioni come "intimitá", "privacitá" ecc. Sembrano preparati intenzionalmente per ricevere la visita dell´ospite.Ritornando allora al problema del valore vediamo come in questi tipi testuali ribolle flagrante una contradittorietá fra intimo e non intimo, "sociale" e privato.In questo senso, potrebbero essere esempi di testi cuasi-pornografíci. Spazi  e oggetti che vogliono e devono essere virtualmente "sociali" non potendo fare almeno dell´ esibizione dell´intimo. Una sorta di "intimitá fasulla" sulla quale non possiamo stabilire poi un cuadro di valutazione generico.Ci limitiano quindi a rilevarla e segnare i suoi tratti.

 

 

13. Procedimenti retorici

Impostandoci poi a livello dello studio dei procedimenti retorici e quindi della enunciazione, possiamo individuare con piú precisione le diverse(e pensiamo, non infinite) tattiche delle morfologíe riferibili a  procedimenti fondamentali: soppresione, aggiunzione, soppressione-aggiunzione, permutazzione. E assieme a questo le alterazioni di un "grado zero' dei repertori di partenza che creano il sistema degli effetti.(13)

Un componente metodologico di questo tipo, que si aggiungerebbe  al problema del percorso passionale-narrativo e anche al problema dell´enciclopedia locale, ci pare completare lo spazio della ricerca  reintegrando tutto il campo figurativo "standard"( aliterazzione, anacoluto ,catacresi ,elipsis iperbole,ironía,perífrasis,sospensione,apotiposi,ecc) all´interno del cuadro minimale proposto dalla neoretorica (14) :

____________________________________________________

Piano dell´espressione.................Metaplasmi (cambi nella materia)

                                                      Metataxis ( cambi nella struttura

                                                                        sintattica)

 

Piano del contenuto.....................Metasememi( cambio e permutazione

                                                                              di sememi)

                                                      Metalogismi(cambio di valori)

 

____________________________________________________

 

Considerando un "grado zero"dei segni, a partire del quale si operano le sostituzioni, permutazioni e la trasformazioni iconicoplastiche , ci incontriamo con un insieme di  operazioni retoriche ben sia a livello del piano dell´espessione come del contenuto:  continui cambi nella materia espressiva e nella sintassi che riportano a permutazioni e cambi di unitá di significato e valori di base. In queste architetture e arredamenti il "grado zero", o livello di isotopie previste dall´osservatore-fruitore , é tale da metterci di fronte a una semiotica molto codificata dove, oltre la prima lettura , le unitá sono segmentate in forma netta e la relazione contenuto/espressione e molto stabile .Generalmente sono "dispositivi studiati" per produrre certi effetti in base a repertori figurativi e stilistici  .Anche nei casi piú apparentemente "liberi e poetici" si impone finalmente la scelta di segni ipercodificati. Direi che oltre i metaplasmi , la metataxis constituisce l´operazione piú comune: la alterazione dell´ordine della sintassi attraverso le cuattro tattiche indicate(  di aggiunzione,soppresione, permutazione,ecc).

 

Ma vorrei delineare una ulteriore differenza all´interno di tutto il corpus analizzato. Tutti gli esempi si potrebbero aggruppare in corrispondenza a due zone ben definite( con alcuni casi  radicali):

 

a)-Una zona dove si costruisce( o de-costruisce) l´oggetto attraverso procedimenti retorici di stilizzazione e stereotipie forti. Un lavoro di risegmentazione espressiva e,contemporaneamente di celamento.

Chiameró questo gruppo del buon gusto come un effetto di serietá trionfante.Quasi tutti gli esempi di colonial e soluzioni "classiche" corrisponderebero a questo tipo di efetto retórico globale.Particolarmente tutto il dispositivo morfologico desi surrogati del coloniale folk e il coloniale classico; l´uso della vegetazione "tropicale e selvaggia" come marcatori-indicatori di percorsi e accessi principali ; fino alle case unifamiliari neostoricistiche ("neobizantine","neogreche"ecc) dove,in alcuni casi, un solo elemento ( balaustro) risolve tutto l´involucro spaziale.In questa zona predominano gli esotismi esterni.

 

b)-Un´altra grande zona dove l´effetto di bricolage e molto piú evidente e i segni architettonici sono presi e ricontestualizzati senza molte manipolazioni nella sua sintassi.E una retórica molto  simile a quella que produce l´objet trouvé del surrealismo ma gli manca( e qui uno dei suoi tratti piú forti) l´effetto irónico.I segni sono deformati( geometricamente o topológicamente) senza soffrire cambi sostanziali nella forma. Chiameró a questo effetto retorico globale come "ingenuitá pop"(15).Quasi tutti gli esempi scelti nella cittá di Maracaibo corrisponderebbero a questa zona:

 

Monumenti urbani( cittá del Mojan) commemorativi della distruzione di un vecchio bosco, usando una retorica simile al comic( una accetta inserita in un tronco); la lingua bianca-trampolino sulla quale si affaccia impulsandosi una replica diminuta della Venus di Samotrazia; la "quinta" perforata letteralmente da una finta palma tropicale di cemento armato(Maracaibo) le molteplici scenografíe urbane colonial-cinesi e soluzioni impreviste originate all´interno delle culture popolari(Barquisimeto). In questa zona si mettono in primo piano gli esotismi interni.

 

Mentre il primo gruppo attende a collegarsi ad un´ immagine di status ipercodificata e riduce cosí le sue possibilitá sintagmatiche, il secondo gruppo si distingue per una sorta di immaginario visivo che "travolge" i segni abituali. Il gioco provocatorio é molto vicino al surrealismo ma perdendo il senso della distanza critica solo si identifica in principio con la semantica dell´oggetto pop.

Quindi il lavoro di uniformizzazione é dominante nella macroretorica della serietá trionfante( colore, testura,forma) e la stilizzazione ci riconduce alla stereotipia ,a volte molto radicale:  in questo caso si presentano interni dove predomina un vero estasi del rebord di marchi visivi e di oggetti ( cuadri, statuette, anfore, tazze)che si moltiplicano e si inseriscono come una matriuska. Sono interni spaziali ossesivamente rimarcati, con procedimenti di mise en abyme ipercodificati .

 

Mi sembrano allora due i limiti di quest´architettura del buon gusto: il kitsch radicale e il pop. L´indicazione intenzionale di un status "fasullo" o la sovversione ingenua senza "verfrendungeffekt"(16). Fra questi due estremi, mai toccati completamente, mediano molte soluzioni intermedie , e quindi la produzione latinoamericana di spazi architettonici, di oggetti, di immagini, si presenta finalmente come un territorio interessante per costruire una enciclopedia locale del buon gusto.

 

 

14. Percorso-Enciclopedia-Retorica

 

Come indicavo prima,oltre al paradigma enciclopedico( necessario e sempre in trasformazione e cambiamenti) una semiotica degli oggetti (ma credo finalmente anche altre semiotiche regionali) dovrebbe oggi eseguire le sue ricerche alla prova dell´eficacia di  prospettiva sincrética che non annulli le metodologíe e le potenzialitá messe in gioco delle grandi teorie riconosciute.

Quindi, ed é stato in certo senso una strategia che ho voluto unicamente delineare in questo pretesto, penso fra l´altro  che oltre la guida del percorso generativo e contemporanemente  facendo uso della nozione di enciclopedia , dovremmo considerare anche il momento della retorica come spazio fondamentale della ricerca, "gonfiando" quella zona che denominiamo  instanza dell´'enunciazione.

Se in un primo movimento questo insieme bizarro di chimere architettoniche e oggettuali esprimono degli effetti passionali riconducibili a uno schema generale della narrativitá come quello suggerito ( dalla speranza e la pretensione sino alla desillusione , la disperazione , o altri possibili) in un último momento pare inevitabile rifarsi a una cartografía di categoríe retoriche per precisare piú accuratamente le strategie del discorso che creano gli effetti . Allo stesso tempo, ¿come sottrarsi alla configurazione, anche se provvisoria, di una enciclopedia che renda conto dei possibili movimenti interpretativi che questi oggetti promuovono?

Percorso generativo-Enciclopedia-Retorica : tre tattiche metodologiche principali dentro di una strategia globale della ricerca semiotica che potrebbero  provare a congiungersi “messe a prova” dalla densitá e complessitá significante e comunicativa degli oggetti culturali.

 

      

(*) l´autore ringrazia le osservazioni e i suggerimenti di Erik Landowski e Paolo Fabbri sulla prima versione “informale” di questo saggio nel contesto di un primo colloquio tenutosi a Urbino nel 1995 in un seminario organizzato da E. Landowski e J.M.Floch sulla semiótica del gusto.

 

                 

                                                         

Note:

(1) Riportiamo al campo definizionale del kitsch nei scritti di Hermann Broch e anche nelle proposte di Umberto Eco.(v. Bibliografía)

 

(2) Tratti semantici del kitsch indicati anche da autori come A.Moles, U.Eco e H.Broch.

 

(3) Architetture di case familiari e monumenti urbani realizzati nel Venezuela tra 1965 e 1985 ,in varie localitá ( Caracas, Barquisimeto, Maracaibo e Mérida).

 

(4) Mi rifersico a la etichetta "retórica della disperazione" proposta da Pierre Bordieu.

 

(5)E una lettura suggerita da Eco per comprendere buona parte dei prodotti segnici della postmodernitá nel suo "Apostille al Nome della Rosa".

 

(6)Intendo il termine "decodifica aberrante" nello stesso senso proposto da Eco , come lettura-interpretazione attraverso codici non previsti.

 

(7) Un notevole studio sul problema semiotico del riconoscimento delle morfologie architettoniche-urbane e stato avanzato da Martin Krampen nel suo "Meaning in the urban environment"(v.bibliografía)

 

(8)Carlos Raúl Villanueva, uno dei maggiori rappresentanti dell´architettura moderna in latinoamerica e in Venezuela. Tra la sue opere piú importanti: la cittá universitaria di Caracas, il Museo di Belle Arti, il settore residenziale El Silencio.

 

 

(9) "conspicuos waste"(prodigalitá ostentatoria),"vicarious consumption" (consumazione in nome del padrone) e "waste of time"(ricchezza dilapidatoria) sono etichette proposte da Veblen nel suo "Theory of the leisure class".

 

(10) Mi riferisco i cuadri tassonomici del gruppo m nei testi "Retórica Generale" e "Retórica del segno visivo"(v.bilbiografía).

 

(11) la nozione di "enciclopedia" ha il senso avanzato da Eco nel suo "Semiótica e Filosofía del Linguaggio".

 

(12) Il "cuadrato semiótico" usato e indicato da Jean Marie Floch nel suo "Semiótica,marketing e comunicazione".(v.bibliografía).

 

(13) Il "grado zero" é definito dal gruppo m come la condizione che rende possibbile il funzionamento di una retórica plastica iper o ipocodificata.Un "grado zero" é proporzionato dal riconoscimento di un codice di base stabilito previamente e quindi dalle "regole di base" della interpretazione.

 

(14) Per approfondire si veda in "Retórica del segno visivo" il capítolo IV (Retorica visiva fondamentale) e anche  in "Retórica Generale"( I concetti operatori).

 

(15) in un senso simile( ma non identico) a quello usato negli studi di Robert Venturi sull´architettura di Las Vegas negli Stati Uniti  ( "Aprendiendo de Las Vegas",Ed.Gutavo Gili, Barcelona 1977).

 

(16) Effetto di distanziamento nel  senso proposto dai formalisti russi e dallo stesso Brecht nei saggi di estetica teatrale.

 

 

Bibliografia

 

Broch Hermann

1990, Il Kitsch, Ed. Einaudi, Torino

 

Eco Umberto

1968, Apocalipticos e integrados, Ed.Lumen Barcelona

1981, Lector in fabula, Ed. Lumen Barcelona

1990, Semiotica y filosofia del lenguaje, Ed. Lumen Barcelona

 

Fabbri Paolo

1995, Tacticas de los signos, Ed. Gedisa Buenos Aires

 

Floch Jean Marie

1993, Semiotica, marketing y comunicación, Ed. Paidos Barcelona

 

Greimas & Fontanille

1994, Semiótica de las pasiones, Ed. Siglo XXI México

 

Greimas A. Julien

1982, Semiotica, diccionario razonado..., Ed. Gredos Madrid

1989, Del sentido, Ed. Gredos Madrid

 

Grupo m

1982,  Retorique génerale, Ed. Seuil Paris

1993, Tratado del signo visual, Ed. Cátedra Madrid

 

Krampen Martin

1979, Meaning in urban environment, Ed. Pion Limited, London

 

Mangieri Rocco

1994, Actores y escenarios urbanos, Ed. Fundarte, Caracas

 

 

 


No hay comentarios: